Tratto da articolo pubblicato il 05.05.2011 su RIMINI DONNA, RD Editore da Rimini
Comunicazione srl. scritto dal Dr.Andrea Ronconi Psicologo
Psicoterapeuta Sessuologo a Rimini "Disturbi Alimentari e
Separazione"
Caro Dottore, sono un ragazza di 27 anni mi sento molto giù e quasi non mi riconosco più perché, da quando sono stata lasciata
dal mio ex, mi sono ingrassata di circa 16 kg. Quando stavo con lui, fino a 2 anni fa ero in forma smagliante, per cui oggi mi sono rivolta ad un medico nutrizionista che mi ha proposto una
dieta da seguire e oltre all’attività fisica mi ha consigliato di fare una psicoterapia cognitivo-comportamentale. Cosa posso aspettarmi da un trattamento psicologico di questo
tipo?
Gent.le Signorina, se da una parte leggo una certa perplessità rispetto all’intraprendere un trattamento psicologico per
migliorare il suo rapporto con il cibo e riappropriarsi di un certo controllo consapevole su di esso, dall’altra riconosco con piacere la competenza professionale del suo medico nell’averla
consigliata in questo modo.
Negli ultimi anni sempre più nutrizionisti e dietologi approcciano i propri pazienti in maniera multidisciplinare e cioè
integrando, allo stesso tempo, l’apporto di professionalità e competenze diverse ma attivate sinergicamente e per uno scopo comune: curare il corpo, la mente e le relazioni. I trattamenti
integrati dei disturbi del comportamento alimentare avrebbero un’efficacia maggiore rispetto alle terapie che si servono esclusivamente del medico o dello psicologo.
I vantaggi di tale approccio non riguardano soltanto il processo di cura, ma anche il mantenimento dei risultati e la prevenzione
delle ricadute. Sottoporsi a una dieta prescritta dal medico con il sostegno dello psicoterapeuta può agevolare il raggiungimento degli obiettivi anche se non di facile
realizzazione.
Ogni dieta consiste nell’assumere una quantità di cibo al di sotto dei bisogni del proprio corpo. Fisiologicamente il corpo
reagisce a qualsiasi riduzione di apporto calorico spingendo a mangiare di più ogni volta che si presenta l’occasione. Pertanto, Lei dovrà essere molto determinata per vincere questi impulsi.
Fondamentale sarà imparare a distinguere la fame e i vari gradi delle sensazioni di sazietà dalle spinte emotive e dai bisogni più profondi.
Dimagrire gradualmente è solo uno obiettivo parziale della cura con pazienti in sovrappeso o francamente obesi; la psicoterapia
si propone anche di migliorare l’umore, autostima e le relazioni con gli altri. Non è possibile ignorare il fatto per cui da quando è stata lasciata dal suo ragazzo ha incominciato a mangiare
sempre di più ed impulsivamente. Però questo non significa che l’essere stata lasciata dal partner sia l’unica causa del suo aumento di peso, perché i motivi potrebbero essere diversi e, allo
stesso tempo, di natura biologica, psicologica e sociale.
Sicuramente il suo umore ne ha risentito e lo psicologo potrà con i suoi strumenti misurarne l’entità facendo o meno diagnosi di
depressione. L’ansia e l’abbassamento dell’umore sono nemici spietati delle diete. Ad ogni abbuffata segue il senso di colpa e un ulteriore abbassamento dell’umore.
L’effettiva difficoltà a resistere all’impulso di mangiare si traduce in senso di fallimento ed impotenza che a sua volta aumenta
la probabilità di mangiare ancora di più avendo ancora più rimorsi e innescando un circolo vizioso. Lo psicologo si occupa di salute e benessere, due stati che coinvolgono la mente, i
comportamenti, il corpo e la sua fisiologia. Salute e benessere che ciascuno, con o senza rilevanti problematiche psicologiche, vorrebbe comunque sviluppare, ristabilire o mantenere nell’arco
della propria esistenza.
Quando i pazienti in sovrappeso mostrano motivazione, partecipazione attiva e consapevolezza nell’aderire al programma
terapeutico possono essere aiutate a smettere di mangiare impulsivamente, superando i disagi iniziali che accompagnerebbero l’autoregolazione del comportamento e lo sviluppo di nuove
abitudini alimentari. Lo psicoterapeuta faciliterà l’identificazione delle risorse già presenti nella persona e l’aiuterà ad attivarle in maniera opportuna.
Sarà inoltre promosso l’apprendimento di nuove strategie e capacità, per gestire al meglio il processo di cambiamento e
soprattutto all’inizio, i momenti di frustrazione e di difficoltà. Alla base di una buona motivazione al trattamento c’è la capacità del paziente in sovrappeso di riconoscere la sua
responsabilità per contrastare la forza delle abitudini disfunzionali che mantengono quel modo nocivo di mangiare.
La psicoterapia cognitiva e comportamentale, essendo centrata sul tempo presente e favorendo le esperienze, chiede al paziente di
svolgere quotidianamente e fra un incontro e l’altro, quelle attività e quei comportamenti considerati utili per fronteggiare e risolvere i problemi connessi al comportamento alimentare. Con
la psicoterapia le persone in sovrappeso o propriamente obese possono riuscire a diventare non tanto “magre” ma piuttosto “normopeso” ed “in forma”, imparando innanzitutto a pensare e in un
secondo momento a mangiare come quelle persone che lo sono già effettivamente.