Sviluppo Identità femminile

 

Lo sviluppo psicosessuale dell’identità femminile ha un’origine biologica a partire dall’esito del concepimento. Tra i 2 e i 3 anni le bambine incominciano ad acquisire consapevolezza di se stesse e del proprio corpo, percependosi diverse anche rispetto gli altri bimbi e gli adulti. anche. Ha inizio la formazione della propria identità come individui e quella di genere. 

 

Da questa epoca in poi, la curiosità del proprio corpo incomincia a mostrarsi con comportamenti di esplorazione dei propri genitali, sempre meno casuale e più intenzionale. Il loro bisogno di farsi coccolare dai genitori e dai nonni altri può facilitare l’apprendimento“ di cosa si fa e cosa di cosa invece non si fa”.

 

Lo sviluppo della consapevolezza nelle figlie di queste prime regole di comportamento saranno le fondamenta più solide delle norme sociali da adulte.

 

Dai 4 ai 6 anni, si insegna loro che non ci si può scoprire le parti intime davanti a persone che non siano i parenti stretti. Alcune bimbe possono provare divertente dire particolari parolacce perché sanno di provocare una pronta reazione in chi le ascolta.

 

E’ l’età delle domande da dove vengano i bambini e come fanno a nascere.

 

Incominciano a strutturarsi quello che noi, psicologi e sessuologi, chiamiamo ruolo di genere femminile, cioè cosa ci si “deve” aspettare da una femminuccia.

 

Le bambine possono dire di essere “innamorate” del papà, così come della compagna/o alla materna o alla scuola primaria, per dire che provano sentimenti di attaccamento e amicizia. Dai 7 ai 9 anni le bambine possono fantasticare sui  “primi amori”, che non va bene parlare con estranei di argomenti troppo intimi.

 

Non di rado le bimbe di questa età  possono vergognarsi di mostrarsi nude: in palestra a danza, o al mare, i genitori attenti ai loro bisogni possono tutelarle nel momento in cui si cambiano.

 

Si formano i primi gruppi di amiche e a scuola come nelle attività sportive, possono tendere a competere fra loro. Nei gruppi si possono sentire raccontare barzellette “sporche” che però spesso non sanno bene, neppure loro stesse, il reale  significato. 10-15 anni pre-pubertà/pubertà: gli effetti ormonali che caratterizzano questo periodo si vedono nello sviluppo fisico come aumento dell’altezza e del seno, ma anche nell’instabilità dell’umore. L’interesse per la “sessualità” cresce anch’esso e si manifesta nel loro tentativi di informarsi su internet, libri ecc., ma sembrano al tempo stesso restie a parlarne apertamente con gli adulti.

 

Purtroppo questo atteggiamento di chiusura della comunicazione con gli adulti su argomenti sessuali tipica di questa età, ostacola con la necessità dei loro genitori di controllare la serietà delle fonti di informazione.

 

Possono realizzarsi i primi timidi contatti con coetanei: si tengono per mano, si danno bacini e carezze sulle guance. La crescita repentina del corpo può, in alcune ragazzine, procurare vergogna e nel confronto con le coetanee sentimenti di inadeguatezza.

 

Tra i 12 e i 20 anni maturano gradualmente l’orientamento sessuale consolidando le proprie preferenze. Qualche tempo prima della prima mestruazione sarebbe bene, che i genitori informassero (senza allarmismi) le loro figlie, della probabilità che questo evento possa avvenire, per evitare di farle vivere esperienze potenzialmente molto spiacevoli.

 

Nelle ragazze, con l’adolescenza, l’insicurezza di essere non abbastanza attraenti si scontra con il desiderio sessuale, che diventa più intenso e chiaro. L’immagine di sé, in questo periodo, è molto condizionabile come le loro opinioni più profonde d’altronde, dai pareri di coetanei e degli adulti di riferimento. Possono innamorarsi per la prima volta, flirtare e lasciarsi andare ai preliminari sessuali. 

 

Chi prima o chi dopo la soglia dell’età adulta, farà l’amore per la prima volta. Chi prima o chi dopo, inizierà a sperimentare relazioni sentimentali, affettive e sessuali che, prima o poi, daranno vita a una nuova generazione. La capacità procreativa della donna, con tutte le implicazioni ormonali, emotive e sociali, la condizionerà in maniera complessa tutto l’arco della vita con o senza figli.

 

L’alfabetizzazione emotiva, l’educazione ai sentimenti e alla sessualità nel rispetto per le differenze individuali e culturali di ciascuno, può essere una buona base di partenza per la promozione della salute psicologica, relazionale e sessuale delle più giovani.